Categorie
Spreco

Intervista allo spreco

Gianluca: Diamo il benvenuto al primo ospite di questo nuovo format del blog dell’Italian Lean Movement: lo Spreco! Grazie di aver accettato il nostro invito, finalmente sei qui con noi, non è stato facile rintracciarti! Abbiamo veramente tante curiosità da chiederti! 

Spreco: Buongiorno Gianluca e ti chiedo scusa per questi 15’ di attesa che hanno causato il posticipo dell’intervista; so che i tuoi lettori sono puntuali e attenti. Purtroppo ho avuto un problema. L’ultima cosa che faccio ogni mattina prima di uscire di casa è prendere le chiavi dell’automobile. Oggi dovevo usare quella di mia moglie perché la mia auto è a riparare ma non erano al solito posto. Ho dovuto cercare prima sulla credenza della cucina, poi sul mobile della TV, poi in camera matrimoniale, insomma ho girato come una trottola per trovarle! Alla fine erano nella tasca del suo giubbotto! 

Gianluca: Non sei riuscito a portare a termine l’attività al primo colpo! Che ne dici di buttarci a capofitto sull’intervista visto il ritardo e l’insoddisfazione dei lettori? Come prima cosa ci racconti quando si è iniziato ad utilizzare il termine spreco in ambito industriale?

Spreco: La prima volta in cui si cominciò a considerare lo spreco nelle organizzazioni risale agli anni ‘60, durante la rivoluzionaria direzione della produzione della Toyota Motors da parte di Taiichi Ohno, padre fondatore di un nuovo modo di produrre le automobili chiamato Toyota Production System. Ohno fece della lotta allo spreco il suo mantra e lo considerò come tutto ciò che consumava risorse (persone, materie prime, tempo, denaro) senza produrre un valore richiesto dal cliente. Sosteneva che il cliente dovesse sempre stare al centro, sia esso finale o interno. Per fortuna nelle organizzazioni ci sono pochissime copie di Ohno, altrimenti ora non mi staresti intervistando! Io e i miei fratelli siamo ovunque e sappiamo benissimo come nasconderci e come resistere! Voi agenti del cambiamento vi impegnerete pure, magari pagati poco dalle aziende, ma non ci sconfiggerete mai! 

Gianluca: E’ una dichiarazione di guerra? Io ho un’opinione diversa in merito, ma la riprenderemo più avanti, contaci. Facci capire: chi sarebbero i tuoi fratelli?

Spreco: Non li conosci e vuoi rispondere al fuoco? E’ come affrontare una battaglia notturna senza un dispositivo ad infrarossi passivi. Se non vedi il nemico come fai a sconfiggerlo?

Gianluca: Ah ora ho capito. Parli di sovrapproduzione, trasporto, movimento, sovra processo, difetti, scorte (e attesa). OK OK teoricamente tutti li conosciamo. Se qualche nostro lettore ha bisogno, possiamo creare un approfondimento nel prossimo articolo. Dalla tua maturata esperienza in azienda, ritieni che la lotta agli sprechi sia ancora attuale?

Spreco: Da quello che vedo succedere nelle organizzazioni e da quello che mi raccontano i miei fratelli, lo è e lo sarà sempre. Sai per quale motivo? Nel corso degli anni il mondo del business è fortemente cambiato, diventando sempre più competitivo e V.U.C.A: volatility (volatile), uncertainly (incerto), complexity (complesso), ambiguity (ambiguo). Per approfondimenti consiglio di leggere questo articolo: https://www.strategiaecontrollo.com/it/vincere-in-un-mondo-vuca/. I clienti richiedono qualità ma al giusto prezzo, efficienza ma allo stesso tempo innovazione, affidabilità ma velocità nelle consegne. 

Il prezzo del prodotto o servizio venduto dall’azienda non può essere scelto arbitrariamente dalla stessa, come avveniva 10 anni fa in regimi di leadership di mercato, ma lo stabilisce il mercato stesso e decresce continuamente. Semplificando, il prezzo può essere considerato come il risultato del costo più il margine. Poiché il prezzo è imposto dal mercato, l’azienda per poter mantenere gli stessi margini può solo cercare di ridurre i costi. Come? Iniziando subito la lotta agli sprechi nei processi al suo interno. 

Gianluca: Grazie di averci dato il tuo punto di vista molto esperienziale, esaustivo ma allo stesso tempo sintetico. Ora il tempo volge al termine e lancio già l’invito per una seconda intervista dove vorrei parlare dei tuoi principali nemici. Che ne pensi? 

Spreco: Posso accettare con un frase d’effetto? “I più pericolosi nemici sono quelli da cui l’uomo non pensa di doversi difendere”, diceva Arturo Graf, poeta italiano dell’800. Alla prossima! 

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...